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Monza città della Pace
Alex Zanoletti e Vittorio Agnoletto alla Casa della Cultura
di Franco Isman


Cittą della Pace
Mercoledì serata memorabile con una folla strabocchevole che ha riempito ogni spazio e buchetto della sala, palco compreso, ha trabordato nell'atrio e… è rimasta esclusa per impossibilità materiale di entrare. Organizzata da tutti i partiti della coalizione di governo della città, ma anche da innumerevoli movimenti ed associazioni, la manifestazione ha visto una grande partecipazione e la consapevolezza di tutti che questa volta sono in gioco valori fondamentali, che il momento è gravissimo e le conseguenze di una guerra sarebbero tragiche per tutti e non solamente per gli iracheni annichiliti dalle bombe.

Hanno parlato Michele Faglia, sindaco di Monza, che ha annunciato come Monza abbia aderito alle Città della Pace e come la bandiera della pace sventoli sul pennone davanti al municipio. Purtroppo ciò non è stato condiviso dalle minoranze che non hanno capito come la pace sia un valore davvero universale e come l'adesione a questo ideale, peraltro sancito dalla nostra Costituzione, non è e non vuol essere una manifestazione di parte ma l'espressione di un sentimento profondo e condiviso dalla grande maggioranza degli italiani. Peccato davvero, per tutti.

Vittorio Agnoletto ha parlato di Porto Alegre e del movimento No Global, che in realtà è un movimento globale ed ormai maturo che si oppone alla globalizzazione unilaterale dell'economia da parte delle nazioni industrializzate. Ha ricordato ancora una volta come il 20 per cento della popolazione del globo consumi oltre l'80 per cento delle sue risorse, un rapporto di 16 a uno. Iniquo ed insostenibile, certamente, ma pensare ad una parificazione che comporterebbe la riduzione ad un quarto dei consumi delle nazioni sviluppate sembra, a chi scrive, piuttosto utopistico. Ha parlato della follia della guerra e della non violenza “attiva” per opporvisi, non violenza applicata da Gandhi ma il cui primo propugnatore è stato addirittura Gesù Cristo.

Alex Zanotelli, il missionario comboniano già direttore di “Nigrizia”, ha raccontato della terribile situazione di Korogocho, una baraccopoli a quattro chilometri dalle ville di super lusso di Nairobi, dove la gente vive e muore in condizioni subumane, il 50 per cento ha l'Aids e nessuna possibilità di accesso ai medicinali, brevettati dalle multinazionali dei farmaci.
Poi ha avuto anche lui parole durissime sulla politica di guerra degli Usa, “che hanno investito in un anno 500 miliardi di dollari in armamenti” e dei loro “alleati” europei che ne hanno investiti almeno 250. ''Non intendiamo difendere Saddam Hussein che - ha detto - e' uno dei peggiori dittatori del mondo, ma una popolazione già martoriata da una guerra e prostrata dalle sanzioni che hanno già causato la morte di 500.000 bambini”, secondo le stime dell'ONU.

Venerdì 14 febbraio ci sarà Massimo D'Alema al Manzoni e sabato alle 9:30 tutti all'Arengario per la marcia della Pace; e intanto un po' di bandiere della pace cominciano a sbocciare sui balconi della città. Troppo poche, certamente non in rapporto ai sentimenti della gran parte della gente.

Franco Isman

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  13 febbraio 2003